Il 29 ottobre 2024 si è svolto l’evento digitale organizzato dalla divisione IV “Politiche per le piccole e medie imprese, le start up, il movimento cooperativo, l’economia sociale” della Direzione generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l'innovazione, le PMI e il Made in Italy (DGIND) - Dipartimento per le politiche per le imprese del MIMIT - dal titolo “Gli obblighi di due diligence nella catena di approvvigionamento dei minerali e metalli 3TG - Attività e iniziative dell’Autorità nazionale competente per l’applicazione del reg. (UE) 2017/821”, rivolto principalmente alle Associazioni di settore degli importatori di 3TGs e ad alcuni referenti istituzionali.

Secondo quanto disposto dal decreto 10 gennaio 2024 del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, recante “Individuazione degli uffici dirigenziali di livello non generale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la divisione IV della DGIND ha tra le proprie competenze anche quella relativa alla gestione delle attività di Autorità nazionale competente (Autorità, ANC3TG) per attuazione effettiva ed uniforme del regolamento (UE) 2017/821 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio (regolamento).

Il dott. Paolo Casalino, Direttore generale della DGIND ha ricordato che, ad oggi, l’Autorità è impegnata in attività propedeutiche all’avvio delle attività di controllo ex post: alcune già completate (predisposizione della piattaforma web per la gestione delle attività di controllo, selezione e formazione del personale dedicato, elaborazione dei programmi dei controlli, relazioni annuali alla Commissione europea) e altre in fase di avanzamento e completamento. Altresì, prosegue costantemente l’attività di confronto e collaborazione con la Commissione europea e con le altre Autorità nazionali degli Stati membri, la partecipazione all’Expert Group 3TGs (DGTrade) e ad altri consessi europei e internazionali.

L’Autorità si appresterà a breve all’avvio dei procedimenti di controllo ex post che saranno orientati ad un metodo collaborativo e di sensibilizzazione degli operatori economici coinvolti, teso soprattutto alla rilevanza della diffusione e dell’applicazione di tutti i principi giuridici comunitari e nazionali e dei requisiti generali da soddisfare in materia di dovuta diligenza che, peraltro, si inseriscono in un percorso più ampio e coerente con le competenze e le attività della DGIND e comprendono anche, ad esempio, la direttiva sul reporting finanziario e sulla sostenibilità nelle catene globali del valore, il regolamento sul lavoro forzato, ecc. Si tratta di tematiche che acquisteranno sempre maggiore rilevanza, tracciando ancor più esplicitamente il ruolo e gli obblighi di dovuta diligenza e la necessità di impegno e compliance delle imprese verso principi ormai saldamente stabiliti: per questo, un orientamento collaborativo dell’Amministrazione potrà contribuire in futuro a bilanciare correttamente le esigenze specifiche di tutti gli attori coinvolti, il rispetto della normativa nazionale e dei regolamenti e delle direttive sovranazionali, le attività industriali e la competitività delle imprese, che devono armonizzarsi anche con la problematica degli oneri amministrativi che impatta soprattutto sulle PMI e, tra esse, in particolare, su quelle più piccole.

Nell’intervento introduttivo la dott.ssa Picone, dirigente della DGIND - divisione IV, ha evidenziato come, in relazione all’ambito dei conflict minerals, la divisione IV è chiamata a verificare e monitorare nel tempo che gli importatori di 3TGs rispettino il regolamento e la normativa nazionale, supportando fattivamente l’azione dell’Autorità. In quest’ottica è fondamentale perseguire l’obiettivo dell’origine sostenibile e della gestione responsabile dei metalli e minerali importati per garantire che provengano da fonti legittime e non siano associati a conflitti o azioni riconducibili alla violazione dei diritti umani.

L’attività si sostanzia, pertanto, nella realizzazione dell’attività di controllo ex post e di audit, attraverso cui è possibile garantire che le pratiche di estrazione, lavorazione e commercio dei 3TGs non compromettano la salute, l’ambiente e i diritti umani, ma contribuiscano invece allo sviluppo sostenibile delle comunità locali, promuovendo la trasparenza e la tracciabilità nella supply chain.

Confermando quanto detto in apertura dal Direttore, è stato evidenziato come l’approccio da utilizzare debba essere fondato sulla fiducia tra importatori e consumatori a cui deve essere consentito di fare scelte informate e consapevoli sui prodotti acquistati e, nello specifico, come siano fondamentali l’attività di sensibilizzazione e quella di informazione sulle pratiche sociali responsabili, evidenziandone i benefici per una filiera minerale etica.

Il compito istituzionale della divisione IV è, dunque, quello di sostenere la realizzazione dell’impegno dell’Autorità per l’applicazione effettiva ed uniforme del regolamento e di promuovere standard di responsabilità e sostenibilità, contribuendo così a un cambiamento positivo nel settore minerario e dell’importazione dei 3TGs.

Completando infine il pensiero espresso dal Direttore, la dott.ssa Picone ha evidenziato come la sostenibilità, divenuta ormai un tema cruciale per le imprese di tutti i settori, possa anche dare un vantaggio reputazionale alle stesse e, dunque, che abbracciare la sostenibilità rappresenta non solo una responsabilità etica ma anche una strategia intelligente per il futuro della propria attività rivelandosi, di fatto, un vantaggio competitivo nel mercato attuale.

La dott.ssa Raffaella Mastrella, funzionario della divisione IV e rappresentante del segretariato dell’ANC3TG, ha presentato il contributo “Applicazione del reg. (UE) 2017/821 e del d.lgs. n. 13/2021: informativa sulle attività istituzionali e sulla realizzazione dei controlli ex post dell’Autorità”.

Dopo una breve introduzione sui 3TGs e sul relativo framework normativo vigente (competenze delle strutture MIMIT, principali atti comunitari e nazionali, due diligence, strumenti e studi), è stato rappresentato un aggiornamento in merito alle principali attività istituzionali e partecipative realizzate dall’Autorità e sono state esposte le competenze e le riunioni svolte dal Comitato per il coordinamento delle attività dell’ANC3TG (Comitato).

Sono state menzionate le attività propedeutiche ai controlli ex post, ovvero il reperimento dei dati d’importazione su base annuale trasmessi dall’Agenzia delle dogane e monopoli (ADM), di altri dati utili provenienti anche dalle Autorità nazionali competenti degli altri Stati membri, la loro analisi – di cui è stato illustrato il metodo che consente all’Autorità di definire l’elenco degli importatori soggetti ai controlli ex post per ogni annualità, sottoposto al Comitato per l’acquisizione del parere di merito.

Sono state evidenziati alcuni esempi relativi ai principali aggiornamenti intervenuti dal 2020 al 2024 dell’elenco indicativo non esaustivo dei Paesi CAHRAs (conflict-affected and high-risk areas) che, nella rilevazione pubblicata nel terzo trimestre 2024, comprende 27 Paesi e 220 Regioni.

Sono stati presentati alcuni dati statistici generali e le risultanze delle istruttorie tecniche realizzate sulle dichiarazioni doganali pari e sopra soglia, registrate al momento dell’immissione in libera pratica dei minerali e metalli (Allegato I del regolamento), relative agli importatori con codice EORI italiano, che ricadono nell’ambito di applicazione del regolamento, negli anni 2021, 2022 e 2023 (quest’ultima ancora in una fase di valutazione provvisoria), all’esito delle quali è stato prodotto un elenco rispettivamente di 75, 64 e 74 importatori “pari e sopra soglia” di 3TGs. L’Autorità ha successivamente applicato un approccio basato sul rischio relativo all’origine dei minerali e metalli da Paesi CAHRAs, identificando un sottoinsieme di importatori da sottoporre le attività di controllo ex post.

 E’ stato dedicato un approfondimento al metodo con il quale l’Autorità darà seguito alle verifiche attraverso l’applicazione di quanto disposto dal decreto direttoriale 17 marzo 2022 e sono stati illustrati i temi relativi al flusso delle informazioni e delle richieste verso gli importatori, gli strumenti che questi dovranno utilizzare per riscontare all’Autorità, la documentazione attesa e le tempistiche auspicate per la conclusione del procedimento amministrativo di controllo.

In merito alle risorse umane MIMIT formate a tale scopo ed incaricate delle attività di controllo ex post, è stato evidenziato come esse siano stato selezionate tra i funzionari in servizio presso la DGIND con una procedura comparativa pubblica e adeguatamente formate attraverso un training altamente specialistico, realizzato da docenti esperti in materie giuridiche e nei vigenti standard di audit, rappresentanti di multinazionali e di ONG, figure con compiti di rilievo internazionale e con ruoli attivi nella Commissione europea.

Al termine della presentazione è stato infine ricordato come, a tre anni dalla sua entrata in vigore, la Commissione europea abbia provveduto al riesame del funzionamento del regolamento. La risultante relazione è stata pubblicata il 24 settembre del 2024: la dott.ssa Mastrella ne ha riportato i temi principali affrontati, tra i quali emerge certamente la necessità di maggior tempo, sia per le imprese sia per gli Stati membri, affinché il regolamento e i meccanismi di controllo possano raggiungere i livelli di efficacia attesi dal legislatore.

L’avv. Lorenzo Mulazzi, che per conto di ECC – Export Compliance Consulting - società di servizi professionali e consulenza specializzata nell’Export Compliance e nella Compliance che ha erogato nel primo semestre del 2024 anche il corso di “Formazione altamente specialistica dei soggetti incaricati dall’Autorità nazionale competente per la realizzazione dei controlli ex post” organizzato dall’Autorità, nella sua presentazione dal titolo “I rischi nella catena di approvvigionamento di conflict minerals: obblighi e strumenti per le imprese di identificazione, valutazione e mitigazione” ha approfondito le tematiche più rilevanti ai fini della realizzazione dei controlli ex post dell’ANC3TG.

Tale contributo ha ripercorso gli obblighi prescritti dal regolamento in merito all’importazione dei 3TGs, con un focus relativo alla guida OCSE sul dovere di diligenza per una catena di approvvigionamento responsabile di minerali provenienti da zone di conflitto o ad alto rischio, evidenziando il ruolo cruciale di questo documento nella corretta e specifica implementazione del processo di due diligence per le imprese, dando particolare evidenza al contenuto degli allegati della Guida con esempi di applicazione pratica, con un richiamo di dettaglio sui contenuti della Raccomandazione 2018/1149 essenziali per sviluppare ed accrescere l’attuazione del percorso di dovuta diligenza degli importatori, identificare le aree a rischio e la natura degli indicatori di rischio (red flags).

L’intervento si è concluso rappresentando come il rispetto degli obblighi di due diligence è oggetto di audit da parte di soggetti terzi, i cui risultati costituiranno poi parte sostanziale dei controlli ex post svolti dall’Autorità.

L’ing. Francesco Cotroneo ha presentato brevemente l’iniziativa “video-pillole divulgative”, una serie di 12 video informativi realizzati da ECC per conto dell’Autorità sui contenuti del regolamento e del decreto legislativo n. 13/2021, che saranno a breve pubblicati sul sito web dell’Autorità con l’obiettivo di informare le imprese importatrici, in particolare le PMI, sui principali requisiti e obblighi da soddisfare. Esse potranno auspicabilmente contribuire a fornire un livello base di comprensione della normativa e delle sue implicazioni, rendendo anche più agevole apprenderne sia linguaggio sia la terminologia settoriali, le logiche di applicazione, i variegati e specifici strumenti disponibili per attivare e gestire il processo di due diligence.

La dott.ssa Lucia Pera, in rappresentanza di InfoCamere, ha illustrato il contributo dedicato alle “Funzionalità e utilizzo della piattaforma informatica per la gestione dei controlli ex post dell’Autorità”.

La piattaforma web, realizzata allo scopo, consente la gestione integrale ed informatizzata da parte sia dell’Autorità sia delle imprese che importano 3TG del procedimento tecnico-amministrativo di controllo ex post e può avvalersi, in termini di facilitazione dell’utilizzo e di certezza dei dati societari, della piena interoperabilità nativa con il Registro delle Imprese.

Sono state sinteticamente presentate le varie fasi del procedimento: avvio tramite comunicazione a mezzo pec dell’Autorità all’importatore da sottoporre a controllo (anno di rilevazione, quantità del minerale/metallo importato, Paese di origine), fasi di compilazione del modulo digitale dell’importatore, caricamento di documenti da parte dell’impresa sempre garantiti in termini di veridicità e integrità dall’apposizione della firma digitale del legale rappresentante, eventuale richiesta da parte dell’Autorità di integrazioni documentali e/o di applicazione di misure correttive, conclusione con comunicazione da parte dell’Autorità dell’esito del provvedimento finale, eventuale irrogazione di sanzioni amministrative.

Ai fini della comprensione delle funzionalità della piattaforma, gli importatori avranno a disposizione il manuale operativo che li orienterà e supporterà nell’utilizzo della piattaforma.

La chiusura dell’evento è stata dedicata ad una breve sessione di Q&A di cui si riportano di seguito le principali risultanze.

Confindustria Federorafi, ha rappresentato l’esigenza di evitare per quanto possibile duplicazioni di oneri burocratici e costi per le imprese considerando come il perimetro del quadro normativo di riferimento delle attività commerciali italiane ed europee si vada sempre più ampliando e diversificando, ad esempio, con i recenti provvedimenti UE quali CS3D e CSRD, i “green claims” e l’AML-Anti Money Laundering. A tale proposito è stato quindi immaginato il potenziamento delle sinergie e il coordinamento tra l’Autorità e gli altri Ministeri impegnati nell’ambito del richiamato Comitato per il coordinamento delle attività per affrontare tale tematica.

Una ulteriore richiesta è stata quella di raccogliere maggiori informazioni sulla mappatura a livello UE delle numeriche degli importatori, in particolare del settore oro, e monitorare l’andamento pluriennale dei flussi dei 3TGs, non limitandosi a quelli tra importatori degli Stati membri UE e alla origine dei loro acquisti, ma includendo anche gli importatori di Paesi terzi al fine di comprendere se e come si siano modificate nel tempo le rotte degli approvvigionamenti dall’entrata in vigore del regolamento 2017/821.

È stato anche sollevata la tematica relativa dell’accesso alle pratiche e al rispetto della due diligence, soprattutto per le PMI, che spesso devono affrontare costi assai rilevanti per rispondere ai requisiti del regolamento: oltre ad eventuali e possibili futuri sostegni economici (i.e. incentivi o voucher per i costi di consulenza, di certificazione e impiego nelle specifiche attività di due diligence del proprio personale), una ulteriore proposta avanzata è stata quella di poter utilizzare ed applicare il più presto possibile, a seguito di riconoscimento da parte della Commissione europea, i regimi per l'esercizio del dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento già collaudati e con standard qualitativi sufficientemente consolidati (i.e. RJC e LBMA) che, messi a disposizione degli importatori, consentono loro un significativo abbattimento dei costi ammnistrativi.

Ormai da anni le PMI italiane stanno sviluppando la coscienza della due diligence, inizialmente nei fornitori di metalli e nei produttori di semilavorati e più recentemente, in particolare nel contesto RJC, anche nelle aziende delle varie filiere che saranno parimenti sottoposte ad esercizi e procedure di dovuta diligenza pur operando in regime di conto lavoro, ricevendo metalli e lavorandoli come contoterzisti.

Riguardo l’efficacia della dovuta diligenza richiesta alle imprese, è stata sottolineata la necessità che siano attuate dall’UE azioni specifiche di cooperazione istituzionale e supporto sempre più strutturate direttamente nei Paesi CAHRAs, o altrimenti “a rischio”, al fine di ottenere una sempre maggiore trasparenza, attendibilità e accessibilità delle informazioni da fornire agli importatori, evitando di incentivare, principalmente, pratiche elusive.

E’ stata evidenziata inoltre la rilevanza del fenomeno del reshoring, che potrebbe far emergere anche a breve l’individuazione di nuovi aree e nuovi soggetti coinvolti nell’applicazione del regolamento.

Pubblicazioni contributi pdf:

- Agenda dei lavori 

- “Applicazione del reg. (UE) 2017/821 e del d.lgs. n. 13/2021: informativa sulle attività istituzionali e sulla realizzazione dei controlli ex post dell’Autorità” – a cura dell’Autorità

- “I rischi nella catena di approvvigionamento di conflict minerals: obblighi e strumenti per le imprese di identificazione, valutazione e mitigazione”, a cura di ECC

- “Funzionalità e utilizzo della piattaforma informatica per la gestione dei controlli ex post dell’Autorità”, a cura di InfoCamere

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